Curcuma e Pepe

Curcuma e Pepe

Perché combinare curcuma e pepe nero? Perché la curcuma ha una bassa biodisponibilità orale.

Questa caratteristica è riconducibile a diversi fattori. Innanzitutto la sua instabilità, per cui in soluzioni acquose a pH alcalino la curcumina viene degradata per il 90% in circa 30 minuti, mentre in soluzioni a pH acido si degrada di circa il 20% in 1 ora.

Inoltre la curcumina è scarsamente solubile in soluzioni acquose, ha un ridotto assorbimento intestinale e subisce un notevole metabolismo di primo passaggio intestinale ed epatico.

Potenziali strategie finalizzate a incrementare la biodisponibilità orale della curcumina mirano a: aumentare la dose somministrata, potenziarne la stabilità, ridurne l’inattivazione intestinale, impedirne il metabolismo.

Studi di farmacocinetica hanno mostrato un significativo incremento dell’assorbimento intestinale di curcumina, della curcuma, con formulazioni contenenti piperina, del pepe nero.

Favoriscono il raggiungimento di maggiori concentrazioni plasmatiche, maggiore emivita e maggiore efficacia.

Il pepe nero (Piper nigrum) è ricco di potenziali benefici per la salute, tra cui:

  • l’aiuto alla digestione,
  • aumento del consumo di energia nei muscoli nella fase di riposo.

Il pepe nero aumenta la biodisponibilità della curcuma in quanto la piperina stimola gli enzimi digestivi che permettono l’assorbimento della curcumina.

La piperina è l’alcaloide responsabile della piccantezza del pepe nero e del pepe lungo.

In uno studio pubblicato si è scoperto che l’insieme di 2 grammi di curcumina con appena 20 milligrammi di piperina, avevano prodotto un sorprendente aumento del 2000% in biodisponibilità su volontari umani.

Senza tale associazione, l’assunzione di 2 grammi di curcumina non aveva prodotto un significativo aumento dei suoi livelli nel sangue, a conferma della bassissima biodisponibilità.

E’ proprio la limitata capacità di assorbimento intestinale – insieme al rapido metabolismo epatico – a ridurre sensibilmente la biodisponibilità della curcumina, limitando a livello clinico i sorprendenti effetti dimostrati in vivo.

Oltre all’associazione con piperina, sono stati sviluppati altri promettenti approcci per aumentare la biodisponibilità della curcumina negli esseri umani. Tra questi, l’uso di nanoparticelle, la formulazione di liposomi e complessi fosfolipidici, e lo sviluppo di analoghi strutturali.

Anche se alcuni lavori scientifici supportano l’attività terapeutica della curcuma in presenza di varie patologia, non bisogna farsi prendere dal troppo entusiasmo, almeno fino a quando saranno accettate dall’intera comunità scientifica. E’ quindi sconsigliabile abbandonare la terapia farmacologica tradizionale senza aver prima consultato il medico.

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